Ricerca sul tumore al fegato: importante scoperta a Sassari
Isolata molecola sentinella che consente di ridurre i rischi. La ricerca del team di Patologia molecolare con i fondi Airc
Spiega Rosa Maria Pascale: «Grazie al lavoro di ricerca è stata individuata una molecola che in presenza di lesioni epatiche consente di valutare le possibilità d’insorgenza di un tumore». Una molecola sentinella, la cui alterazione viene evidenziata da una biopsia, e sulla quale i medici possono intervenire attraverso un trattamento farmacologico mirato: in questo modo, viene arginato il rischio che la lesione si trasformi in un cancro.
Il progetto di ricerca andrà avanti sicuramente per altri due anni: il finanziamento dell’Airc è infatti triennale, per complessivi 210mila euro distribuiti nelle tre annualità. «Con questi fondi possiamo dotarci dei mezzi, delle apparecchiature indispensabili – dice Rosa Maria Pascale – e sostenere il lavoro di giovani ricercatori che altrimenti troverebbero le porte sbarrate: i concorsi del Ministero sono bloccati da 7 anni». In realtà, dice l’investigator grant, il 90 per cento dei progetti di ricerca esiste grazie all’Airc. Che mostra di essere molto avanti rispetto alla politica e alle istituzioni: «Dalla Regione in tutti questi anni non sono mai riuscita ad ottenere un finanziamento. La giustificazione è inaccettabile: mi è stato detto che il tumore al fegato non è esclusivo della Sardegna. Dunque non deve essere indagato? In realtà l’incidenza della patologia nell’isola è esattamente in linea con la media nazionale. Ed è uno dei tumori più frequenti, al quale corrisponde ancora un altissimo indice di mortalità». Neppure il Ministero si è mostrato particolarmente amico della ricerca: «A giugno abbiamo presentato la richiesta di un finanziamento. Se ci sarà accordato, i fondi arriveranno solo nel 2015 – dice Rosa Maria Pascale –. Dunque, se non avessimo il sostegno dell’Airc, dovremmo interrompere la ricerca per riprenderla tra due anni». E questo non ha senso, perché i big killers si combattono e a volte si vincono solo standogli addosso, senza mai mollarli. Negli ultimi anni le percentuali di sopravvivenza al cancro sono aumentate, ma ogni giorno in Italia vengono diagnosticati 1000 nuovi casi di tumore. Il male corre veloce, solo la ricerca può fargli uno sgambetto.
tratto da la nuova Sassari
Anticorpo contro il Cancro : la sperimentazione umana nel 2014
Il dottor Irv Weissman avvrebbe sviluppato un anticorpo che rompe i meccanismi di difesa del cancro. Una proteina chiamata CD47 dice al corpo di non “mangiare” il cancro, ma l’anticorpo sviluppato dal dottor Weissman blocca CD47 e libera le cellule immunitarie chiamate macrofagi – che possono poi fagocitare le cellule mortali.
I ricercatori di Stanford sono sulla buona strada per iniziare la sperimentazione umana di una potenziale e potente nuova arma contro il cancro, e gli aspiranti partecipanti sono migliaia e migliaia pronti a provare la nuova terapia. La nuova ricerca mostra i macrofagi che in modo miracoloso agiscono intelligentemente come raccoglitori di cellule cancerogene ripulendo il corpo, sottolineando che le cellule malate vengono attaccate da “T killer” - cellule cancro da combattimento. Le cellule T Killer devono “imparare” a dare la caccia e attaccare il cancro e i ricercatori sostengono di aver sperimentato con successo questo tipo di terapia.Le implicazioni cliniche del processo potrebbero essere profonde nella cura del cancro: "Le cellule T diventano marcatori molecolari unici sul cancro. Questo li trasforma in un vaccino contro il cancro personalizzato. Poiché le cellule T sono sensibilizzate ad attaccare in modo particolare il cancro di un paziente, la somministrazione di CD47-anticorpi bloccanti - in un certo senso potrebbe agire come una vaccinazione contro qualsiasi tipo di cancro”.
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