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domenica 14 luglio 2013

Ricerca sul tumore al fegato: importante scoperta a Sassari



Ricerca sul tumore al fegato: importante scoperta a Sassari

Isolata molecola sentinella che consente di ridurre i rischi. La ricerca del team di Patologia molecolare con i fondi Airc



SASSARI. Il big killer si combatte a piccoli passi, aggiungendo di volta in volta una tessera a un puzzle complicatissimo. Ma quel che conta, per venirne a capo, è la costanza nel provare nuovi incastri. Rosa Maria Pascale, professore ordinario al Dipartimento di medicina clinica sperimentale dell’Università di Sassari, è una che dell’applicazione ha fatto la sua ragione di vita. Cinquantanove anni, da trenta nella ricerca, la sua attenzione è concentrata su uno dei tumori più subdoli, quello al fegato, che si sviluppa in silenzio e arriva a manifestarsi solo quando la situazione è già compromessa. Per questo è considerato un big killer. Rosa Maria Pascale può combatterlo grazie all’Airc, con i fondi che l’Associazione per la ricerca sul cancro destina ai progetti di ricerca. Nel 2012, grazie al contributo di oltre 1 milione 400mila soci, 20mila volontari e migliaia di sostenitori, Airc e Firc hanno donato alla ricerca 100 milioni di euro, 600mila in più rispetto al 2011. Soldi che hanno permesso di dare gambe a 596 progetti di ricerca (564 nel 2011). Tra questi c’è anche quello della professoressa Pascale e del suo team di Patologia molecolare, tutte donne: Maddalena Frau, Gavinella Latte, Maria Laura Tomasi, Maria Ilaria Demartis, Lucia Daino, Maria Maddalena Simile e Maria Antonietta Seddaiu. Il risultato raggiunto è importante, al punto da meritare la pubblicazione sulla rivista scientifica Hepatology.
Spiega Rosa Maria Pascale: «Grazie al lavoro di ricerca è stata individuata una molecola che in presenza di lesioni epatiche consente di valutare le possibilità d’insorgenza di un tumore». Una molecola sentinella, la cui alterazione viene evidenziata da una biopsia, e sulla quale i medici possono intervenire attraverso un trattamento farmacologico mirato: in questo modo, viene arginato il rischio che la lesione si trasformi in un cancro.
Il progetto di ricerca andrà avanti sicuramente per altri due anni: il finanziamento dell’Airc è infatti triennale, per complessivi 210mila euro distribuiti nelle tre annualità. «Con questi fondi possiamo dotarci dei mezzi, delle apparecchiature indispensabili – dice Rosa Maria Pascale – e sostenere il lavoro di giovani ricercatori che altrimenti troverebbero le porte sbarrate: i concorsi del Ministero sono bloccati da 7 anni». In realtà, dice l’investigator grant, il 90 per cento dei progetti di ricerca esiste grazie all’Airc. Che mostra di essere molto avanti rispetto alla politica e alle istituzioni: «Dalla Regione in tutti questi anni non sono mai riuscita ad ottenere un finanziamento. La giustificazione è inaccettabile: mi è stato detto che il tumore al fegato non è esclusivo della Sardegna. Dunque non deve essere indagato? In realtà l’incidenza della patologia nell’isola è esattamente in linea con la media nazionale. Ed è uno dei tumori più frequenti, al quale corrisponde ancora un altissimo indice di mortalità». Neppure il Ministero si è mostrato particolarmente amico della ricerca: «A giugno abbiamo presentato la richiesta di un finanziamento. Se ci sarà accordato, i fondi arriveranno solo nel 2015 – dice Rosa Maria Pascale –. Dunque, se non avessimo il sostegno dell’Airc, dovremmo interrompere la ricerca per riprenderla tra due anni». E questo non ha senso, perché i big killers si combattono e a volte si vincono solo standogli addosso, senza mai mollarli. Negli ultimi anni le percentuali di sopravvivenza al cancro sono aumentate, ma ogni giorno in Italia vengono diagnosticati 1000 nuovi casi di tumore. Il male corre veloce, solo la ricerca può fargli uno sgambetto.

tratto da la nuova Sassari


Anticorpo contro il Cancro : la sperimentazione umana nel 2014

Il dottor Irv Weissman avvrebbe sviluppato un anticorpo che rompe i meccanismi di difesa del cancro. Una proteina chiamata CD47 dice al corpo di non “mangiare” il cancro, ma l’anticorpo sviluppato dal dottor Weissman blocca CD47 e libera le cellule immunitarie chiamate macrofagi – che possono poi fagocitare le cellule mortali.

I ricercatori di Stanford sono sulla buona strada per iniziare la sperimentazione umana di una potenziale e potente nuova arma contro il cancro, e gli aspiranti partecipanti sono migliaia e migliaia pronti a provare la nuova terapia. La nuova ricerca mostra i macrofagi che in modo miracoloso agiscono intelligentemente come raccoglitori di cellule cancerogene ripulendo il corpo, sottolineando che le cellule malate vengono attaccate da “T killer”  - cellule cancro da combattimento. Le cellule T Killer devono “imparare” a dare la caccia e attaccare il cancro e i ricercatori sostengono di aver sperimentato con successo questo tipo di terapia.
Le implicazioni cliniche del processo potrebbero essere profonde nella cura del cancro: "Le cellule T diventano marcatori molecolari unici sul cancro. Questo li trasforma in un vaccino contro il cancro personalizzato. Poiché le cellule T sono sensibilizzate ad attaccare in modo particolare il cancro di un paziente, la somministrazione di CD47-anticorpi bloccanti - in un certo senso potrebbe agire come una vaccinazione contro qualsiasi tipo di cancro”.

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OLIO DI OLIVA

Cancro: l'olio di oliva lo previene e ne blocca la crescita

Sanihelp.it - L'olio di oliva giocherebbe un ruolo importante nella prevenzione e nella cura dei tumori. Lo ha rivelato Massimo Lopez, direttore del dipartimento di Oncologia dell’Istituto dei Tumori di Roma, membro del Comitato Scientifico della Human Health Foundation e autore del libro Cancro: conoscerlo per imparare a sconfiggerlo, presentato in questi giorni a Roma.

Lopez ha sottolineato come una dieta corretta aiuti a eliminare il 25% dei tumori e soprattutto l’utilizzo dell’olio di oliva sia un importante coadiuvante di alcuni processi che possono inibire l’insorgenza del cancro, oltre a essere di aiuto alla prevenzione. Poiché infatti nel 20% dei tumori alla mammella è espresso l’HER2, un recettore della crescita che stimola la cellula cancerosa a proliferare, è appurato come l’olio di oliva inibisca l’eccesso di questo ricettore.
Dal punto di vista terapeutico, inoltre, l’olio di oliva coadiuva l’azione del farmaco Herceptin che interferisce con il recettore HER2, bloccando la proliferazione del tumore della mammella.

L’uso dell’olio di oliva, per la presenza dell’acido oleico e della luteina, è fondamentale anche per la fluidificazione della membrana cellulare. Un condimento che, insieme al consumo di pesce e alla verdura, è un'arma importante per prevenire l’insorgenza dei tumori. Da combattere poi l’eccesso dei grassi, causa di un aumento dei tumori del cancro del colon, della mammella e della prostata.