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martedì 27 agosto 2013

Scoperta molecola antitumorale

Scoperta molecola anticancro nel maltolo


Due studiosi dell'Università di Urbino  "Carlo Bo", il  dott. Mirco Fanelli ed il dott. Vieri Fusi, hanno scoperto che il “maltolo”, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè ed in moltissimi altri prodotti naturali, può essere utilizzato per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antitumorale.

Gli studiosi hanno spiegato che il maltolo è una molecola assolutamente innocua che spesso viene usata come additivo alimentare per l'aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma una volta modificata può dar vita a nuove molecole che prima alterano e poi costringono al "suicidio" le cellule del tumore. Il caffè e altre sostanze naturali come cicoria, malto e cocco potrebbero servire a sconfiggere il cancro.

Negli ultimi 20 anni, sono stati raggiunti molti traguardi nell’approccio a questa patologia e la ricerca scientifica ha dato la possibilità di sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto sia ridurre la mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di aumentare l’aspettativa di vita di molti pazienti. 
Tuttavia, proprio per la sua straordinaria complessità, non è stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare alcuni tipi di tumori particolarmente aggressivi e quei tumori che si sviluppano in seguito a trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive). 

«Negli ultimi anni –spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanellila ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni». «La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli e Vieri Fusi – va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta all’analisi del processo molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».  



1 commento:

  1. Salve ho incrociato il tuo blog interessante..mi sono iscritto tra i tuoi lettori fissi ...gradirei facessi anche tu con il mio prodotticoop.blogspot.com per non perdersi...e rileggersi..nel tempo..a presto!

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