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mercoledì 16 dicembre 2009

ESSIAC ED IL CANCRO CURA


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La storia di Essiac

L'autobiografia completa di Rene Caisse,
i dettagli delle proprietà e gli studi su
Essiac sono contenuti nel libro:
"ESSIAC"
a cura del dr. Stefano Scoglio,
pubblicato da Macroedizioni.












mail to: info@essiac.it
Nel 1922, una paziente dell'infermiera Rene Caisse le raccontò di un infuso indiano con il quale aveva curato un tumore al seno, molti anni prima. Quando la zia di Rene guarì di un tumore non operabile dopo aver bevuto questo infuso, i medici cominciarono ad affidarle i loro casi disperati. Dopo molte sperimentazioni e con l'aiuto di un medico, Rene migliorò la formula in modo che l'infuso potesse essere assunto senza effetti collaterali.
Lo chiamò ESSIAC, ovvero il suo nome al contrario.
Per otto anni, l'infermiera Caisse gestì una clinica privata per malati di tumore a Bracebridge, Ontario (Canada), senza voler mai essere pagata. Si sentì più che gratificata dal fatto che sua madre fosse guarita di un tumore bevendo ESSIAC. Medici scettici visitarono la sua clinica e ripartirono convinti dell'efficacia del trattamento.
Secondo una teoria medica comunemente accettata, le sostanze e le procedure usate per combattere i tumori, devono, per costituire un valido trattamento, distruggere le cellule cancerogene. Purtroppo le tecniche "comprovate" fanno tutte paura quasi quanto la malattia stessa. Tali interventi possono indebolire la resistenza dei pazienti al fattore maligno e risultano in una qualità di vita molto scarsa.
Rene Caisse era convinta che la distruzione non fosse la risposta.
Nella consapevolezza che le cellule maligne sottraggono nutrimento alle cellule sane, aveva costituito una sua teoria: ESSIAC può rendere le cellule sane più resistenti, bloccando la fonte di nutrimento delle cellule cancerose, aiutando così la regressione di queste ultime. Comunque, qualsiasi fosse il meccanismo, la crescita di cellule normali veniva restaurata. Visti i successi ottenuti nella regressione dei tumori, Rene raccomandava di prendere ESSIAC prima di un'operazione perché poteva esserci meno pericolo di metastasi o di ricadute e una maggiore possibilità che l'operazione fosse terminata con successo. In alcuni casi ESSIAC aiutava i pazienti fino al punto che l'operazione non era più necessaria.
Altri fattori nella formula alle erbe aiutavano a purificare il sangue e a normalizzare gli enzimi. Siccome ESSIAC attivava le difese naturali dell'organismo, non creava nessuna dipendenza del paziente al prodotto. Anche se tutti non venivano aiutati, il prodotto leniva il dolore e migliorava la qualità di vita di tanti pazienti, alcuni dei quali vivevano per altre decine di anni. Rene Caisse non affermava mai che ESSIAC fosse una cura contro il cancro, solo che leniva la sofferenza e aumentava le probabilità di vincere la malattia. Nella formula degli indiani Ojibway, Rene aveva trovato un modo non tossico di stimolare la capacità di autoguarigione del corpo.
Non facendosi pagare, Rene non aveva soldi per le battaglie legali e dato che non era medico, fu continuamente minacciata con l'arresto perché praticava medicina senza licenza. Medici simpatizzanti ed ex pazienti presero le sue difese ma non riuscirono a cambiare la situazione. Alla fine, quando non fu più in grado di dare battaglia contro le continue minacce di arresto, multe e imprigionamento, decise di chiudere la clinica.
Rene diceva che dopo questa decisione la sua vita era diventata un inferno perché non le era concesso di aiutare l'umanità sofferente.
Molte volte rifiutò grosse somme di denaro in cambio della formula, perché temeva che sarebbe scomparsa nei laboratori per sperimentazione su animali e non sarebbe arrivata alla gente che ne aveva bisogno. Alla fine della sua vita, Rene Caisse affidò ESSIAC alla Resperin Corporation, perché questa impresa le assicurò l'impegno che aveva sempre desiderato: trattare pazienti con tumori e lavorare per ottenere il riconoscimento medico ufficiale di ESSIAC.

 


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Essiac ed aloe arborescens superiore ecco il segreto della mia guarigione. Non ho più creduto alla bugia della chemioterapia dopo aver visto morire mia sorella a causa delle sperimentazioni degli oncologi! Una vergogna parlare di eccellenza oncologica quando poi i protocolli sono tutti uguali. A me avevano prescritto una chemio preventiva! Vergognosi. Nel frattempo grazie a Panorama ho scoperto Aloe Ghignone insieme ad Essiac e al germanio. Risultato...niente chemio dopo 8 anni sto benone e continuo 3 volte all'anno a fare aloe superiore arborescens, non l'aloe vera non è efficace per il cancro ...oggi sono una donna felice....

zefarinzajicek ha detto...

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OLIO DI OLIVA

Cancro: l'olio di oliva lo previene e ne blocca la crescita

Sanihelp.it - L'olio di oliva giocherebbe un ruolo importante nella prevenzione e nella cura dei tumori. Lo ha rivelato Massimo Lopez, direttore del dipartimento di Oncologia dell’Istituto dei Tumori di Roma, membro del Comitato Scientifico della Human Health Foundation e autore del libro Cancro: conoscerlo per imparare a sconfiggerlo, presentato in questi giorni a Roma.

Lopez ha sottolineato come una dieta corretta aiuti a eliminare il 25% dei tumori e soprattutto l’utilizzo dell’olio di oliva sia un importante coadiuvante di alcuni processi che possono inibire l’insorgenza del cancro, oltre a essere di aiuto alla prevenzione. Poiché infatti nel 20% dei tumori alla mammella è espresso l’HER2, un recettore della crescita che stimola la cellula cancerosa a proliferare, è appurato come l’olio di oliva inibisca l’eccesso di questo ricettore.
Dal punto di vista terapeutico, inoltre, l’olio di oliva coadiuva l’azione del farmaco Herceptin che interferisce con il recettore HER2, bloccando la proliferazione del tumore della mammella.

L’uso dell’olio di oliva, per la presenza dell’acido oleico e della luteina, è fondamentale anche per la fluidificazione della membrana cellulare. Un condimento che, insieme al consumo di pesce e alla verdura, è un'arma importante per prevenire l’insorgenza dei tumori. Da combattere poi l’eccesso dei grassi, causa di un aumento dei tumori del cancro del colon, della mammella e della prostata.